Fare i buchi alle orecchie a un bambino può sembrare un gesto semplice, tenero, quasi “normale”. Ma è davvero una scelta innocua? E, soprattutto, di chi è questa scelta?
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Quando decidiamo di forare i lobi di una bambina (o di un bambino) senza il suo consenso, stiamo mandando un messaggio importante: “Il tuo corpo può essere modificato per motivi estetici, anche se non sei tu a volerlo.”
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È un atto che può sembrare piccolo, ma che tocca temi grandi: il rispetto del corpo, il consenso, il diritto a scegliere.
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In più, il modo in cui si eseguono i fori fa tutta la differenza. La pistola spara-orecchini è rapida, sì, ma anche traumatica, imprecisa e meno sicura rispetto al piercing con ago sterile eseguito da un professionista.
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In molte culture e famiglie questa pratica è una tradizione, e parlarne non significa giudicare, ma invitare alla riflessione. La buona notizia è che possiamo evolvere le tradizioni e trasformarle in scelte più consapevoli, rispettose dei tempi e dei desideri dei nostri figli.
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Aspettare che sia il bambino a chiederlo, quando sarà pronto, non toglie nulla a noi come genitori. Al contrario, ci dà l’occasione di trasmettere un messaggio potente:
“Il tuo corpo ti appartiene. E io lo rispetto.”
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Il corpo dei bambini non è un accessorio da decorare. È un territorio sacro, da proteggere, non da forare per abitudine o per estetica.
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Hai mai pensato a questo punto di vista prima d’ora?
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E se questo post ti ha fatto dire “cavolo, non ci avevo mai pensato così”… condividilo. Magari aiuterà un altro genitore a fermarsi un attimo prima di prendere una decisione al posto di un altro corpo.
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