Come prepararsi allo svezzamento

come prepararsi allo svezzamento

COME PREPARARE IL BAMBINO ALLO SVEZZAMENTO?

Chi di voi non si è chiesto almeno una volta, se esiste un modo per “preparare” il bambino all’introduzione dei cibi complementari, così da rendere lo svezzamento un momento sereno e felice per tutta la famiglia? Ebbene ne esistono diversi!

1️⃣Praticare il “tummy time” quotidianamente, fin dai primi giorni di vita. Cominciate col mettere il bimbo a pancia in giù sul vostro petto, poi, magari, sul fasciatoio durante il cambio del pannolino. All’inizio basteranno pochi minuti, che diventeranno sempre di più durante la crescita. Lo stare a pancia in giù favorisce lo sviluppo e il rafforzamento dei muscoli, che in seguito permetteranno al bambino di stare seduto in autonomia e nutrirsi in sicurezza

2️⃣Portare regolarmente il bimbo a tavola con voi durante i pasti a partire dai 3 mesi. Ciò aiuta il bambino a vedere il pasto come una routine quotidiana, aiuta a capire come interagire con il cibo e le posate, e stimola l’interesse per il cibo.

3️⃣Portare il bimbo in cucina anche durante la preparazione dei piatti. Anche questo permette di osservare gli alimenti al di fuori dai pasti e stimolare l’interesse per essi.

4️⃣Permettere (stimolandolo) al bambino di portare degli oggetti alla bocca (sempre in sicurezza). Questo stimola la coordinazione “occhio-mano-bocca” e fa comprendere la posizione della bocca sul viso, agevolando l’inizio del divezzamento.

5️⃣Lasciare che il bambino giochi con posate, bicchieri e piatti, fuori dai pasti, ancora prima dell’inizio dell’introduzione dei cibi complementari. In questo modo familiarizzerà con essi e perderà l’interesse verso questi oggetti e non rovescerà il piatto a tavola. Sarà infatti più interessato dai diversi alimenti e non dalle stoviglie, durante lo svezzamento.

6️⃣Mettere il bambino seduto (semiseduto) nel suo seggiolone ancora prima dell’inizio del divezzamento. In questo modo imparerà a conoscerlo e si abituerà alla nuova postazione prima di iniziare il suo nuovo percorso, rendendo i pasti più sereni e meno stressanti per lui.

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Sostituire le poppate: come e quando?

sostituire le poppate

SOSTITUIRE LE POPPATE: COME E QUANDO?

Lo svezzamento e l’allattamento sono due processi paralleli, che coesistono e non interferiscono tra loro.

Non bisogna cercare di sostituire l’allattamento con gli alimenti complementari, soprattutto nella fase iniziale.
Il nostro obiettivo non è quello di far saziare il bambino con i solidi, ma di permettergli di scoprire e sperimentare nuove consistenze, gusti, forme, odori e temperature.

Fino ad 1 anno, il latte rimane la base dell’alimentazione di un bambino. Per citare l’OMS: “Il latte materno è un’importante fonte di energia e nutrienti per i bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi. Può fornire metà o più del fabbisogno energetico di un bambino di età compresa tra 6 e 12 mesi”.

Pertanto, la sostituzione categorica dell’allattamento con gli alimenti complementari dovrebbe avvenire dopo 1 anno.

Nei primi mesi dello svezzamento, se i genitori notano che il bambino rifiuta le poppate a favore dei pasti, ha senso limitare la quantità di questi ultimi, per favorire le poppate.

Come avviene la sostituzione delle poppate con i cibi complementari?

In modo graduale e no, non possiamo controllare questo processo, il bambino lo farà da solo. Ogni giorno mangerà più cibi solidi, riducendo la frequenza e/o la durata delle poppate.
Per ogni bambino ciò accade nel momento appropriato.

È una buona regola, fino ad 1 anno di vita, offrire il latte sia 30-40 minuti prima del pasto solido, sia subito dopo.

Lo facciamo perché il bambino a 6 mesi non sa che gli alimenti complementari possono saziarlo. L’unico modo che conosce per soddisfare la fame è l’allattamento. Mangiare del cibo per lui è un curioso rito che mamma e papà ripetono ogni giorno. Inizia quindi a mangiare i solidi per curiosità e non per fame.

Un bambino, nella fase iniziale dello svezzamento, non dovrebbe mai sedersi a tavola affamato, perché sarebbe nervoso e vorrebbe mangiare e per lui vale a dire latte materno o artificiale. Col tempo, quando capirà che anche il cibo dà sazietà, lui stesso inizierà a rifiutare le poppate prima dei pasti.

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Ma il bambino così si strozza!

ma così si strozza

MA COSì IL BAMBINO SI STROZZA!

Confessate, quante di voi hanno pensato così all’inizio dell’introduzione dei cibi in pezzi? Effettivamente, potrebbe sembrare così, ma quasi sempre ciò che accade al bambino è un semplice riflesso di vomito (chiamato anche il gag reflex o il riflesso faringeo). Non è nulla di cui avere paura, anzi, è un segnale positivo, che ci fa capire che il corpo del bambino sta funzionando esattamente come dovrebbe!

Cos’è il riflesso faringeo (RF)?

E’ un meccanismo di protezione dal soffocamento che si attiva quando:

✔️Il bambino sperimenta una consistenza sconosciuta o sgradevole (anche se l’alimento è già familiare)

✔️ Il pezzo è troppo grande per lui e, con l’aiuto del RF, il corpo avvisa il bambino che il cibo dev’essere ulteriormente sminuzzato prima di deglutire

✔️ Il pezzo è andato troppo in profondità. Qui il RF aiuta a spostarlo nella parte anteriore della lingua per essere “lavorato” ancora.

❗Il riflesso faringeo non indica che:

❌ Al bambino non piace il cibo (anche se ciò è possibile)

❌ Il bambino non è ancora pronto a gestire il cibo in pezzi (anzi, se il RF interviene, allora tutto procede correttamente)

Quando si attiva il RF, non dobbiamo fare nulla se non incoraggiare il bambino. Niente facce spaventate o salti di paura. Accompagnate il bambino in questi istanti con serenità, per lui è una reazione naturale, non lo spaventa. Infatti, se osserviamo i bimbi dopo il gag reflex, quasi sempre continuano a mangiare come se nulla fosse. Se noi, invece, gli mostriamo che siamo spaventati, gli “insegniamo” che è una cosa di cui aver paura e successivamente potrebbe spaventarsi anche lui.

Quando la situazione diventa pericolosa?
Se vi sembra che il bambino stia soffocando, analizzate questo:

🔥 Se il bambino ha un colorito rosso ed è rumoroso, sta bene. L’aria entra nei polmoni. È al sicuro e sta bene. Non interferite, rimanete lì a supporto.

🔥 Se il bambino è silenzioso e ha un colorito bluastro, sta soffocando. Ha bisogno di essere soccorso urgentemente!

‼️Rispettate sempre i tagli sicuri (la guida sui tagli è in biografia) e fate un corso di disostruzione pediatrica.

Alcuni video esempi, commenti e risposte QUI

Per i tagli di altri alimenti, c’è la nostra guida sui tagli sicuri e sicurezza a tavola QUI

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Non porta il cibo alla bocca

cibo alla bocca

NON PORTA IL CIBO ALLA BOCCA

“Perchè mio figlio non porta il cibo alla bocca. Come posso aiutarlo?”

1️⃣Il bambino non capisce cosa ci aspettiamo da lui. Probabilmente, perché non mangiate tutti insieme e non vi ha mai visto portare il cibo alla bocca. Come fa a capire se non l’ha mai visto?

✅️Per insegnare qualcosa a un bambino, dobbiamo prima dare l’esempio. Loro imparano grazie ai neuroni a specchio, osservando ed imitando. Per questo, cercate di mangiare sempre insieme.

2️⃣Il bambino è stato imboccato prima e non sa che ora deve mangiare da solo. Per lui essere imboccato è la norma.

✅️Aiutatelo a capire come si fa. Tutti a tavola davanti al proprio piatto, bambino incluso, iniziate a mangiare, a quel punto lui si aspetterà di essere imboccato. Aiutatelo con il primo boccone o cucchiaio già pronto. Tornate al vostro piatto e mangiate 2-3 bocconi. Se non cercherà di mangiare da solo, aiutatelo ancora una volta. Continuate così fino a che non inizierà a mangiare da solo.

3️⃣Il bambino non ha mai avuto possibilità di portare nulla alla bocca. Probabilmente, per paura dello “sporco”, i suoi caregivers gliel’hanno impedito e ha smesso di provarci.

✅️Cominciate a normalizzare il “mouthing” (mettere cose in bocca). Stimolatelo a farlo con dei giochi, gadget per la dentizione, facendogli capire che si fa.

4️⃣Fa parte del carattere del bimbo. Non è il tipo che porta cose alla bocca da solo, ma piuttosto aspetta che le cose gli siano proposte.

✅️Prendete pezzetti di cibo o cucchiaio carico e portateli all’altezza del suo sguardo, invitandolo a prenderli. Attirate la sua attenzione e aspettate che tenda la mano per farlo.

5️⃣Il bambino è sensibile al tatto e non gli piace toccare il cibo. Succede con i bimbi altamente sensibili.

✅️Aiutatelo ad utilizzare le posate per non dover usare le mani. Lavorate sulla sua accettazione delle manine sporche fuori dai pasti, giocando con i colori a dita, con terra, sabbia o plastilina etc.

6️⃣Nel caso in cui notiate che il bimbo non ha mai provato a portare proprio nulla alla bocca (nemmeno i giochi), parlatene con il pediatra.

🔥Affrontiamo questo e tutti gli altri aspetti nel video corso “Svezzamento e Autosvezzamento con Piacere”, scopri tutti i dettagli qui.

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Mangiare insieme in svezzamento

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MANGIARE INSIEME IN SVEZZAMENTO

Vi parlo spesso di quanto sia importante che tutta la famiglia si sieda insieme a tavola, affinché il bambino non mangi mai da solo.

Lasciate che vi spieghi perché è importante:

❗Sviluppa l’interesse per il cibo

Questo suscita nel bambino un vivo interesse per il cibo che vede.

❗Insegna la cultura del cibo.

Il bambino impara fin dall’inizio a mangiare in compagnia, comincia a capire che un pasto non è solo “riempire lo stomaco”, ma godersi gusto e profumi e chiacchierare con i propri cari.

❗Si adegua alle tradizioni di famiglia

Il bambino vede cosa e come mangia tutta la famiglia e adotta queste usanze in modo naturale.

❗Insegna al bambino il comportamento a tavola

Il bambino impara a sedersi al suo posto durante il pasto, a masticare con la bocca chiusa, guardando come fanno gli altri.

❗Mostra al bambino cosa fare con il cibo e come gestirlo

Se mangiate sempre nel momento in cui il bambino dorme, semplicemente non saprà mai cosa sia un “pasto”, non saprà cosa fare con gli alimenti, perché non li conosce. Mangiare con un bambino è dargli un esempio personale, lo istruisce in modo naturale.

❗Aiuta vostro figlio a fidarsi e ad accettare determinati alimenti

I bambini hanno spesso paura di provare nuovi cibi. Se vedono regolarmente i loro cari mangiarli, però, inizieranno a fidarsi e ad assaggiarli.

❗Sposta l’attenzione dei genitori dal bambino al pasto e riduce lo stress a tavola

Spesso prestiamo troppa attenzione ai bambini durante i pasti, il che aumenta la tensione a tavola. Quando tutta la famiglia mangia insieme, tutti sono impegnati con il proprio piatto. In questo modo i pasti si svolgono in un’atmosfera rilassata.

❓Cosa fare se i ritmi del bambino non coincidono sempre con i ritmi di tutta la famiglia? Ad esempio, papà torna a casa tardi quando il bambino sta già andando a letto.

✔️Almeno un adulto dovrebbe condividere un pasto con il bambino. Potete farlo con una porzione molto piccola, successivamente potrete comunque condividere il pasto principale con il vostro partner 😉.

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Retina per lo svezzamento o retina antisoffocamento: si o no?

retina svezzamento

RETINA PER LO SVEZZAMENTO O RETINA ANTISOFFOCAMENTO: SI O NO?

Risposta facile…la retina non serve! …anzi, a volte potrebbe essere anche dannosa.

Perché?

❌ Non insegna a masticare. Sebbene la pubblicità di questo prodotto affermi spesso il contrario. Mamme, come si può imparare a masticare se i pezzi non entrano nella bocca?

A 6 mesi il bambino inizia a sviluppare la capacità masticatoria e ha bisogno di fare tanta pratica per imparare a masticare efficacemente. La retina qui è un impedimento.

❌ Non aiuta ad introdurre gli alimenti. Il bambino ha costantemente tra le mani lo stesso oggetto dall’aspetto sempre uguale: la retina. E in bocca? Idem, sempre la stessa consistenza. Cosa gli può insegnare questo? Piuttosto può confonderlo, perché dallo stesso dispositivo esce spesso un sapore diverso, ma la consistenza è sempre uguale.

❌ Non crea una cultura della nutrizione. Voi avvolgete il cibo in una garza o in una pellicola di plastica e la succhiate? No. Allora perché dovrebbe farlo un bambino?

❌ Non introduce alle varie consistenze. Piuttosto, ne introduce una sola: un liquido incomprensibile che il bambino succhia dall’alimento attraverso un dispositivo. Vi ricordo, che lo scopo dell’introduzione dei cibi solidi è far scoprire al bambino sapori e consistenze diverse.

❌ Può essere un terreno fertile per i batteri, soprattutto se il cibo vi rimane a lungo dentro e non si effettua un lavaggio accurato.

❌ Inoltre, la retina nasconde un pericolo: il bambino si abitua al fatto che è sempre la stessa consistenza ad entrare in bocca, che può essere inghiottita immediatamente senza fatica. In questo modo, c’è il rischio che più avanti tenda ad ingoiare il cibo in pezzi senza prima masticarli.

Probabilmente molti genitori scelgono di utilizzarla per paura che il bimbo soffochi, ma non è così che si previene il soffocamento. Il soffocamento si previene rispettando le regole di sicurezza a tavola e proponendo i cibi con i tagli sicuri, fidandosi delle competenze del bambino.

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Come capire quanto deve mangiare?

perchè non mangia

COME CAPIRE QUANTO DEVE MANGIARE?

1️⃣L’unico indicatore oggettivo per verificare se un bambino stia mangiando a sufficienza, è il regolare aumento di peso ed altezza, basato sulle tabelle dell’OMS.

Importante: utilizzare le tabelle originali prese dal sito dell’OMS, non versioni “adattate”.

2️⃣ Il bambino è attivo e sereno. È importante, però, non allarmarsi se a volte non sta bene, è giù di tono o poco attivo. Non dobbiamo valutare il singolo giorno, ma fare una valutazione nel tempo.

3️⃣Lo sviluppo psicomotorio corrisponde alla sua età. Se un bambino si sviluppa attivamente, acquisendo costantemente nuove abilità, non rimane fermo ad un livello per molto tempo, significa che riceve abbastanza micro e macro elementi dal cibo, per uno sviluppo armonioso.

4️⃣Mangia regolarmente cibi complementari, anche se in piccole porzioni (secondo voi). Ricordate, abbiamo già detto che la quantità di cibo che un bambino mangia in un singolo pasto, non può essere un indicatore del fatto che stia mangiando a sufficienza. E’ più importante la qualità e la varietà di cibo che mangia e la regolarità dei suoi pasti.

‼️ Se il bambino rifiuta sistematicamente i pasti, limita in modo restrittivo l’insieme di alimenti che mangia, aumenta molto poco il suo peso, non cresce affatto o perde peso, allora è importante attivarsi e cercare la causa di questa condizione.

🔥Controllate come sono organizzati i pasti, migliorate il comportamento alimentare generale della famiglia. Fate un esame del sangue per escludere una possibile anemia, una delle cause di scarso appetito, trattando il problema con il vostro pediatra.

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Cosa dire a un bambino durante i pasti?

Cosa dire durante i pasti

COSA DIRE A UN BAMBINO DURANTE I PASTI?

Non è necessario parlare di cibo durante il pasto. È meglio parlare di argomenti astratti tipo: come è andata la giornata, quali sono i programmi per il giorno dopo etc.

Se volete proprio parlare di cibo, ecco alcuni suggerimenti:

Non dite: Quanto sei bravo che mangi” “hai finito tutto il piatto, che bravo”
Provate: Come te la cavi bene con il cucchiaio!

In questo modo, non state insegnando al bambino che mangiare grandi quantità è positivo e che lui è bravo solo quando mangia tanto. Così stimolate la sua autonomia e date sfogo alle vostre emozioni.

Non dite: Dai mangia almeno un pezzo di broccolo, fa molto bene!
Provate: Mmm, amo i broccoli! È un po’ amaro, ma allo stesso tempo dolce.

Così parlate dei vostri sentimenti e delle caratteristiche oggettive dei broccoli. Non si parla del fatto che è “buono” (opinione soggettiva) o “fa bene” (concetto astratto che non capisce).

Non dite: Cosa ti piacerebbe per pranzo?
Provate: Possiamo fare pasta al ragù o con le lenticchie, cosa preferisci?

Così, da responsabili della scelta sull’alimentazione, date parte del controllo a vostro figlio comunicando: “Mi curo di te e considero la tua opinione”. Allo stesso tempo, limitate la scelta a due opzioni, mantenendo il controllo.

Non dite: Ti è piaciuto il cavolo?
Provate: A cosa assomiglia il sapore del cavolo?

Rispondendo “no” alla prima domanda, il bambino cataloga quel alimento come “non gradito”. Cercate di fare domande che descrivono le sensazioni di gusto e quelle sensoriali, incoraggiate i parallelismi con altri prodotti preferiti.

Più parole si usano per descrivere il gusto e le proprietà degli alimenti e più sarà facile per lui esprimere pareri chiari nei confronti del cibo.

Ad esempio, se il bambino rifiuta il risotto con i piselli e ha molte parole nel suo vocabolario per descriverne il gusto, probabilmente dirà: “Non mi piace il risotto con i piselli, perché è aspro”, e non semplicemente “Non mi piace”. Così avrete più possibilità di comprendere le particolarità del vostro bambino.

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Come capisco se mio figlio ha mangiato abbastanza?

Mangia abbastanza

COME CAPISCO SE MIO FIGLIO HA MANGIATO ABBASTANZA?

Bella domanda! Ma la risposta è molto semplice. I bambini sono macchine perfette e si autoregolano. Loro sanno quando per loro è abbastanza. Il nostro compito, quindi, è semplicemente quello di saper riconoscere il loro linguaggio, quello che utilizzano ancora prima di parlare: la mimica, i gesti, le azioni.

Quali possono essere i segnali?

Dopo aver mangiato una parte del pasto, il bambino:

✅️lancia il piatto o il cibo a terra

✅️respinge il cucchiaino

✅️serra la bocca

✅️si gira nella direzione opposta dal piatto

✅️comincia a giocare con il cibo e non porta più nulla alla bocca

✅️altera l’umore, arrabbiandosi o cominciando a piangere

✅️cerca di scendere dal seggiolone

Questi sono i segnali più comuni, ma sicuramente voi genitori ne osservate ogni giorno degli altri dai vostri figli.

Non sono capricci, non devono essere “curati”, sono semplicemente “parole” dei vostri figli: “Mamma, sono sazio, non lo voglio più”. L’unica cosa che possiamo fare è accettarlo e permettere al bambino di terminare il pasto, a prescindere dalle quantità del cibo che ha consumato. Stop. Fermatevi. Va bene così. Imparando ad ascoltarli, riusciremo ad avere tutte le risposte che cerchiamo.

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Non puoi alzarti finché non finisci di mangiare

non puoi alzarti finché non finisci di mangiare

NON PUOI ALZARTI FINCHÉ NON FINISCI DI MANGIARE

Se non mangi, te lo verso in testa
Se non mangi la pasta, non avrai i dolci
Mangia, la mamma si è impegnata tanto
Un cucchiaio per mamma, un cucchiaio per papà…

Queste frasi sono manifestazioni di violenza alimentare. Nell’immediato forse funzionano, ma a cosa portano a lungo termine?

1️⃣Il modo più efficace per mantenere un peso sano è imparare a sentire i segnali del proprio corpo: riconoscere la fame e la sazietà. Da adulti, è difficile da imparare, mentre i bambini lo fanno naturalmente! Siamo noi adulti che costringendo un bambino a mangiare quando non vuole più, interferiamo con questo sistema ideale di autoregolamentazione. Il bambino si abitua a mangiare più del dovuto. In età adulta, continuerà a mangiare oltre i suoi limiti e rischia l’obesità.

Quando imponiamo a un bambino le nostre volontà mentre mangia, lo costringiamo a fare qualcosa contro la sua volontà, il bambino si abitua e inizia a pensare che un simile atteggiamento nei suoi confronti sia normale. Penserà che se lo fanno mamma e papà, allora possono farlo anche gli altri. Spesso queste persone non sanno dire “no” a ciò che non vogliono fare, hanno la sensazione che qualcosa non vada in loro e quando vengono criticate, per loro questa è la norma e sentono di meritarselo.

Quando gli adulti costringono un bambino a mangiare, obbedisce, perché non ha la forza di resistere, crescendo con la convinzione di “io non sono nessuno”, “la mia opinione non conta”.

No, non biasimo quei genitori che stanno facendo questo. Hanno le loro motivazioni:

🧄hanno paura che il bambino rimanga affamato

🧄 si sentono in colpa per “non essere in grado di nutrire il proprio figlio”

🧄 ripetono la loro esperienza personale di questa alimentazione forzata durante l’infanzia, sui propri figli, perché l’hanno accettata come normalità

Ora sappiamo, però, che tutto può essere fatto diversamente! L’abuso alimentare NON è la norma. NON siete tenuti a nutrire i vostri figli in questo modo.

La scelta è nelle vostre mani. Sono qui per aiutarvi ❤️

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